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Lovejoy, Arthur Oncken.

Filosofo statunitense di origine tedesca. Professore alla Washington University di St. Louis (1901-1908), all'università del Missouri (1908-1910), quindi alla John Hopkins University di Baltimora (1910-1938); direttore, dal 1940, del "Journal of the History of Ideas", è uno dei maggiori rappresentanti del Neorealismo, ossia di quell'indirizzo filosofico che nega, in opposizione all'Idealismo, la creazione, da parte del soggetto, del contenuto della creazione e dell'esperienza, in quanto concepisce il conoscere come riconoscimento e accettazione di elementi che sono indipendenti dal soggetto. È uno degli autori dei Saggi del realismo critico (1920), in cui l'intuizione appare come intuente un'essenza che è sempre riferita a un oggetto. Questo punto di vista si connette alla fenomenologia di Husserl e alla "teoria degli oggetti" di A. Meinong: la coscienza è sempre intenzionale, per sua natura si riferisce sempre a un oggetto che è al di là. Egli afferma una forma di realismo dualistico, capace di giustificare la distinzione tra l'apparenza illusoria e la realtà fisica. Secondo L. reale è ciò che consente operazioni temporali, ossia è il tempo la prova della realtà di ciò che non è soggetto. Tra le sue opere, ricordiamo: La rivolta contro il dualismo (1930); Primitivismo e idee connesse nell'antichità (1935); La grande catena dell'essere (1936); Spagna 1923-48, Guerra civile e guerra mondiale (1953); Ragione, intelletto e tempo (1961) (Berlino 1873 - Baltimora 1962).